La donna è sola, inquieta, in fuga: non vuole più restare dove non c'è amore.
Ha lasciato la città, nella quale tutto è frenetico e in vendita, ed è tornata nella vecchia baita dell'infanzia, sul monte.
Qui vive senza passato, aspetta che la neve seppellisca i ricordi e segue il ritmo della natura.
C'è un inverno da attraversare, il freddo da combattere, la solitudine da farsi amica.
Ci sono i rumori e le creature del bosco, una volpe curiosae un gufo reale che bubola sotto il pergolato.
E c'è l'uomo del giaccone rosso, che arriva e che va, come il vento.
A valle lo chiamano lo Straniero: vuole sistemare il rifugio e piantare abeti sul versante nord della montagna, per aiutarla a resistere e a tornare fertile.
Una notte terribile riporta la paura, ma la donna si accorge che ci sono persone che vegliano su di lei: la Guaritrice, muta dalla nascita, che comprende il linguaggio delle piante e fa nascere i bambini; la Rossa, che gestisce la locanda del paese; la Benefattrice che la nutre di cibo e premure.
Donne che sanno dare riparo alle anime rotte, e che come lei cercano di vivere pienamente nel loro angolo di mondo.
Mentre la montagna si prepara al disgelo e a rifiorire, anche la donna si rimette in cammino.
Arriverà un altro inverno, ma ora il Monte la chiama.
Un romanzo lirico e poetico sulla forza d'animo che, a volte senza saperlo, custodiamo dentro di noi.
Un invito a coltivare la bellezza del minuscolo e dell'essenziale, a preoccuparsi anche per ciò che verrà e che è altro da noi.
Una piccola intima rivoluzione, quella di una donna che con un gesto antico sovverte il suo - e il nostro - stare al mondo.
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